Domenica 14 maggio 2017 ci ha lasciati quello che era forse il duro più sottovalutato di Hollywood.
Voce profonda, mandibola importante, Powers Boothe non era particolarmente noto al grande pubblico. Non era un divo, ma nemmeno uno di quei caratteristi specializzati un ruoli da duri e/o cattivi il cui nome non dice nulla, ma che vengono subito riconosciuti dalla faccia (tipo un Danny Trejo, un Michael Ironside, o un Lance Henricksen).
Eppure ha attraversato il cinema action anni ’80, è divenuto una delle ultime icone del genere western, e ha bazzicato il mondo dei fumetti. Potevamo non onorarlo?
Nato nel ’48 in un ranch di Snyder (contea di Scurry, Texas), e con antenati pellerossa, Boothe inizia a lavorare nel cinema nel ’77.
Vince un Emmy (battendo Henry Fonda e Jason Robards) appena tre anni dopo, con il tv-movie La Tragedia della Guyana, in cui interpreta il reverendo Jim Jones.
Viene diretto in un paio d’occasioni dal grande Walter Hill, ne I Guerrieri della Palude Silenziosa (1981),
e in Ricercati Ufficialmente Morti (1987), nel ruolo del narcotrafficante Cash Bailey, amico-nemico del ranger Jack Benteen (Nick Nolte).
Altri registi importanti con cui collabora negli anni ’80 sono John Boorman (Excalibur, Un Tranquillo Week-End di Paura) in La Foresta di Smeraldo, e John Milius (Un Mercoledì da Leoni, Conan il Barbaro) per Alba Rossa.
Affianca Rutger Hauer nell’avventuroso Il Nido dell’Aquila, e impersona Philip Marlowe (il detective nato dalla penna di Raymond Chandler, già portato sugli schermi da Humphrey Bogart e Robert Mitchum) in una breve serie tv (11 episodi tra l’83 e l’86).
Nel ’92 è il poliziotto alleato di Brandon Lee in Drago d’Acciaio.
L’anno dopo mette a segno forse il suo ruolo più memorabile, quello del fuorilegge (realmente esistito) Curly Bill Brocius nel western Tombstone, con Kurt Russell e Val Kilmer.
Nel ’95 è il villain in A Rischio della Vita con Van Damme, e il capo di gabinetto della Casa Bianca Alexander Haig in Nixon – Gli Intrighi del Potere di Oliver Stone, con cui tornerà a lavorare nel ’97 vestendo i panni dello sceriffo psicotico in U-Turn.
Nel ’96 è stranamente il padre di Giovanna D’Arco (Lelee Sobieski) in un tv-movie in due puntate girato pressoché contemporaneamente al kolossal di Luc Besson con Milla Jovovich.
Tv-movie in due puntate è anche Attila-Il Cuore e La Spada (2001), dove Boothe interpreta il condottiero romano Flavio Ezio, nemesi del re unno impersonato dall’allora sconosciuto Gerard Butler.
Sempre nel 2001 è un agente FBI nel thriller Frailty, prima regia dell’attore Bill Paxton (con cui aveva condiviso il set in Tombstone).
Negli anni 2000 Boothe appare soprattutto in tv.
Tra il 2004 e il 2006 è il gestore di saloon Cy Tolliver nel bellissimo telefilm western Deadwood della HBO (meravigliosi i suoi duetti con quell’altra magnifica canaglia di Ian McShane).
Nel 2007 è il vicepresidente degli Stati Uniti in 24 con Kiefer Sutherland.
Il suo ultimo ruolo western è stato quello del giudice Valentine “Wall” Hatfield nella miniserie Hatfield & McCoys (2012), con Kevin Costner e il già citato Bill Paxton.
I fumettari di tutto il mondo lo ricordano soprattutto per essere stato il senatore Roark nei due Sin City, Gideon Malick del World Security Council nel primo Avengers e nel telefilm spin-off Agents of S.H.I.E.L.D., e la voce di Gorilla Grodd nella serie animata della Justice League.
Sposato con la sua fidanzatina del liceo, Pam Cole, lascia due figli, Parisse e Preston.
I portavoce della famiglia dicono che il decesso è avvenuto nel sonno, per cause naturali.
Giovanni
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