Si è spento il mitico Egon di Ghostbusters.
L’uomo che ha insegnato a tutta una generazione che “incrociare i flussi sarebbe male”.
Nato nel 1944 da una famiglia ebrea di Chicago, Harold Ramis frequentò la Washington University di St. Louis, dopodiché lavorò per alcuni mesi in un istituto d’igiene mentale, esperienza che, come raccontò in seguito:
“Mi preparò per quando ad Hollywood avrei lavorato con gli attori. Tutti ridono quando lo dico, ma fu davvero un buon allenamento. E non solo nel rapportarmi con gli attori, ma anche col mondo in generale. Si impara a legare con persone che possono reagire con ansia, dolore, paura o rabbia. Come regista, devi tenere costantemente in conto che anche gli attori possono reagire così. Ma probabilmente gli stessi principi valgono anche per gli uomini d’affari”.
Iniziò la sua carriera scrivendo per il Chicago Daily News e per Playboy (sì, su Playboy si scrive anche). Dopo una lunga gavetta in radio e tv, con show come National Lampoon e SCTV (dove conobbe colleghi illustri come John Belushi, Bill Murray, John Candy e Rick Moranis), approdò al cinema contribuendo alla sceneggiatura di Animal House (1978) di John Landis e di Meatballs – Polpette (1979), di Ivan Reitman. Entrambi i film erano ispirati ai ricordi delle burle goliardiche ai tempi delle confraternite universitarie.
Dopo Stripes – Un Plotone di Svitati (1981), la coppia Reitman (regia) e Ramis (sceneggiatura, col contributo di Dan Aykroyd) centrò il capolavoro con Ghostbusters (1984), commedia fantastica con effetti speciali superlativi, e una quantità di idee e battute (spesso improvvisate), ciascuna delle quali basterebbe a rendere memorabile un film di oggi.
Seguirà, cinque anni dopo, Ghostbusters II, sequel un po’ troppo “fotocopia” del primo ma altrettanto piacevole.
Se come attore la sua fama è legata indissolubilmente all’acchiappafantasmi Egon Spengler, probabilmente lo scienziato nerd per antonomasia, come regista Ramis ha firmato diversi successi come Mi sdoppio in quattro (’96, con Michael Keaton), Terapia e Pallottole (’99, con Robert De Niro e Billy Crystal), Indiavolato (2000, con Brendan Fraser), Anno Uno (2009, con Jack Black).
Tuttavia il suo capolavoro dietro la macchina da presa è stato Ricomincio da Capo (‘93), con Bill Murray e Andie McDowell, fiaba moderna la cui idea di fondo – il protagonista bloccato nel tempo, condannato a rivivere continuamente lo stesso giorno – è stata ripresa in un remake italiano (E’ Già Ieri con Antonio Albanese), nonché in numerosi telefilm (da Xena a Supernatural).
Divorziato da Anne Jean Plotkin, da cui ebbe una figlia, Violet (a cui Bill Murray fece da padrino), sposò Erica Mann, figlia del regista Daniel (Willard e i topi), ed ebbe altri due figli, Julian Arthur e Daniel Hayes.
Ramis è deceduto lo scorso 24 febbraio per complicazioni dovute alla vasculite, una rara malattia autoimmune di cui soffriva dal 2010.
Tra gli autori che lo citano come fonte d’ispirazione, Jay Roach, Adam Sandler, e i fratelli Peter e Bobby Farrelly.
Giovanni.
Immagini prese da Google.
[…] (21/11/1944 – 24/02/2014) […]